C’è un male oscuro che affligge l’umanità ed è curioso constatare come, quello che per i più può essere un male, per pochi è un bene e sono proprio questi pochi i quali, per indolenza o per difendere una posizione prevalente, si oppongono all’innovazione, quale che sia, impedendo di fatto ai più di migliorarsi; è una storia vecchia quanto il mondo.
Prima dell’avvento della varroa, ante 1980, le tipologie di arnie in uso erano essenzialmente due: per conduzione stanziale e per conduzione nomade; entrambe con il fondo chiuso in legno, con la differenza che nelle arnie da nomadismo il fondo era inchiodato mentre nelle stanziali era mobile.
Per salvaguardare le api durante gli spostamenti, le arnie da nomadismo sono state munite di un portico chiuso con uno sportello a rete metallica per permettere alle api di respirare durante il viaggio.
Noi, più anziani, che stiamo vivendo a cavallo fra due età, ante varroa e post varroa, ci rendiamo conto che non ha più senso mantenere queste differenziazioni.
L’avvento della varroa non ha provocato solo stragi di api e di apicoltori, tanti si sono arresi, ma anche, di riflesso, una crescita professionale nel tentativo di combattere il parassita.
Tra gli apicoltori più fantasiosi si è scatenata una forte competizione nel trovare soluzioni pratiche ed efficaci, gran parte abortite, qualcuna però ha superato la prova in campo e tra queste la più diffusa è l’adozione del fondo di rete, che è diventato obbligatorio per tutte le arnie acquistate con finanziamenti pubblici.
Così a partire dal 1982, anno in cui il fondo di rete è stato adottato su larga scala, non ha più senso mantenere la distinzione tra arnia da nomadismo (quella con il portichetto) e arnia stanziale, ora commercialmente denominata Kubik, anzi, questa seconda, presenta i vantaggi di essere più leggera, meno ingombrante e, particolare non trascurabile, più economica e inoltre, venuto a mancare il requisito fondamentale di distinzione “l’aerazione durante i trasporti”, anche utilizzabile per il nomadismo.
Pensate, sono trascorsi più di 3o anni e ancora il concetto non è penetrato nella mente di tanti apicoltori.
Eppure ci sono vaste aree di apicolura professionale in cui da sempre l'arnia cosidetta Kubik rappresenta lo standard.
Eppure ci sono vaste aree di apicolura professionale in cui da sempre l'arnia cosidetta Kubik rappresenta lo standard.
E’ giusto chiedersi: come mai?
Ci sono due aspetti, entrambi rispettabili, da considerare, quello commerciale che risponde all’esigenza di mantenere un’offerta diversificata e quella tecnico-economica di andare verso la semplificazione e il risparmio; è evidente che le due posizioni possono convivere ma è altrettanto evidente che è il mercato che determina la produzione.
L’obbiettivo è di favorire la crescita professionale ed economica degli associati; ciò nulla toglie all’industria/artigianato infatti, indirizzando l’apicoltore verso un prodotto della stessa funzionalità ma più conveniente, non si deprime il mercato anzi, in periodi come questo di grande difficoltà economica, l’offerta di un prodotto funzionalmente corretto e a più basso costo di acquisto e di gestione, rappresenta un’incentivo alla crescita delle aziende apistiche e commerciali.
La riprova della fondatezza di questo ragionamento sta nello stesso andamento del mercato attuale che vede crescere la domanda di arnie in Kit di montaggio, con l’evidente obiettivo di un immediato risparmio.
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