Dalle richieste che arrivano via e-mail e dall'analisi statistica delle parole chiave più usate nella ricerca in questo blog ed in altri siti di interesse nazionale si capisce che c'è un forte e crescente interesse per l'attività di apicoltura anche da parte di chi si trova, suo malgrado, in impreviste e serie difficoltà economiche.
Occorre precisare che l'allevamento delle api si presta ad essere condotto su tanti livelli adattandosi perfettamente alle necessità, capacità e possibilità tecniche ed economiche di ognuno.
Naturalmente ci sono dei condizionamenti fondamentali di cui non si può prescindere e sono:
- verifica della sensibilità al veleno delle api
- una buona conoscenza dell'anatomia, fisiologia ed etologia delle api
- conoscenza delle risorse nettarifere del territorio in cui si intende operare
- analisi delle disponibilità potenziali di risorse economiche, tempo, locali, porzioni di terreno per piazzare le arnie
- possibilità di usufruire dei consigli di un apicoltore esperto
- forte propensione all'osservazione e disponibilità ad imparare dalle api
Dall'analisi delle condizioni iniziali deriva il livello massimo su cui potersi posizionare, alla fine di un processo evolutivo, riguardo alla dimensione dell'allevamento, riferito come numero di alveari gestibili.
Per fare un esempio concreto, chi ha un lavoro da dipendente difficilmente può arrivare a gestire un allevamento di oltre cinquanta alveari.
Il principiante deve fare esperienza e la deve fare possibilmente in un contesto di tranquillità, per questo si ritiene necessario il sostegno di un tutor.
Visita ad un alveare di Ape Sicula
Presa la decisione di intraprendere l'allevamento delle api è consigliabile partire con pochi alveari, tre potrebbe essere perfetto.
Perché proprio tre ?
Tipicamente il punto di partenza di ogni azienda apistica è l'acquisto di sciami con cinque favi, gestire un solo sciame non fornisce dati sufficienti a maturare un'esperienza perché il suo comportamento è influenzato da fattori interni come razza, età della regina, stato di salute ecc. e da fattori esterni posizionamento, andamento climatico, disponibilità di pascolo, ecc. per tanto, non avendo la possibilità di fare un confronto con altri alveari, il novello apicoltore, non capisce i motivi del comportamento del suo sciame, positivo o negativo che sia.
Invece conducendo un minimo di tre sciami, posizionati nello stesso luogo e quindi a parità di condizioni esterne, le differenze nel loro andamento dipende solo da fattori interni e dalle azioni del novello apicoltore. Viene così facilitata la maturazione di un'esperienza.
Sono tante le cose che l'apicoltore deve imparare tra queste una molto importante è il rapporto che instaura con i suoi alveari, come diceva il mio maestro Bruno Pasi, sarto apicoltore ad Albaredo D'Adige (VR), l'apicoltore non deve pensare al miele ma deve interessarsi del benessere degli alveari badando che non abbiano a patire per fame, freddo ed altre avversità, al momento opportuno penseranno le api a fare il miele, è il loro mestiere.
Certamente le cose non sono così semplici ma l'aneddoto da l'idea del rapporto corretto uomo-ape.
Certamente le cose non sono così semplici ma l'aneddoto da l'idea del rapporto corretto uomo-ape.
Entrando più nello specifico l'apicoltore deve imparare a giocare di anticipo rispetto a quello che le api programmano di fare e questo lo può fare interpretando i numerosi segnali che le api tracciano all'interno dell'alveare.
Avere sempre tutto pronto, telaini, fogli cerei, melari, diaframmi, arniette da sciame, postazione per la transumanza ecc. è un gran vantaggio; non farsi sorprendere impreparati è uno dei segreti dell'apicoltura.
Nei primi tempi può essere utile tenere una scheda per ogni alveare su cui annotare lo stato dell'alveare, con l'esperienza basterà uno sguardo all'interno dell'alveare per capire molte cose, passate, presenti e future.
Cosa occorre annotare ?
All'inizio cose semplici quali :
- numero di favi coperti dalle api
- estensione della covata e sua posizione
- compattezza della covata
- quantità di scorte in miele e polline
Di settimana in settimana si vedranno i progressi o i regressi, si potrà fare il confronto tra gli alveari e si imparerà a riconoscere altri segnali importanti:
- allungamento delle celle contenenti il miele
- produzione di nuova cera
- deposizione della covata maschile
- accenno alla costruzione di celle reali
ecc.
Il confronto continuo tra le osservazioni in campo anche in rapporto alle variazioni stagionali, le istruzioni di un buon manuale e i consigli di un maestro sono gli strumenti di crescita professionale di un apicoltore.
Detto cosi` sembra facile. ;^)
RispondiEliminaUn proverbio siciliano recita : non ci sono cose facili e cose difficili; ci sono cose che si sanno e cose che non si sanno.
RispondiEliminaA questo proposito, non appena avrò un po di tempo vi racconterò un aneddoto della mia vita che non c'entra con l'apicoltura.
Son curioso. :)
RispondiEliminaesiste un altro detto siciliano caro professore ....dammi tempo chi ti percio ....
RispondiEliminaBuonasera a tutti spero che questo sia il modo corretto per scrivere e chiedere qualche consiglio (se sbaglio correggetemi).
RispondiEliminaDa pochi giorni ho acquistato due arnie complete di api, oltre l'attrezzatura in possesso di un mio amico apicoltore. Io vivo in Sicilia provincia di Messina in zona costiera e visto il clima favorevole di questo periodo mi è stato consigliato che potevo spostare le due arnie nel mio terreno. Ho chiesto al mio amico apicoltore se aveva fatto qualche trattamento contro la varroa e mia ha detto di no.Pertanto chiedo se in questo periodo è possibile fare qualche trattamento e se si quale? Inoltre visto che prima o poi dovrei cambiare le arnie (ormai molto vecchie) vorrei capire che tipo di arnia adottare e se mi consigliate di iniziare da subito con distanziatori a spazio mussi ed inoltre queste arnie devono essere con fondo antivarroa o fondo chiuso? Nel frattempo mi sto documentando leggendo nei vari siti ed ho intenzione di comprare qualche libro (avrei pensato di iniziare con "Le api" di Contessi e Apicoltura tecn. e prat. di Pistoia) che ne pensate. Inoltre mi sto informando se in zona c'è qualche apicoltore che mi possa dare qualche consiglio (visto che il mio amico è molto anziano e non gode di ottima saluite) oppre qualche associazione di apicoltori che organizza corsi o incontri vari. Grazie in anticipo per tutti i preziosissimi consigli che mi invierete. Saluti e a presto da Gaetano.
Caro Gaetano, anche spostare le api ha una regola: durante l'inverno, quando le api non volano da alcuni giorni si possono spostare della distanza che si vuole, se la nuova posizione è a distanza inferiore ai due chilometri e le api volano ogni giorno, anche per poche ore, basta tenerle chiuse per tre giorni e loro dimenticano la vecchia posizione.
RispondiEliminaPer il trattamento antivarroa occorre considerare due cose 1) la temperatura bassa rende poco efficace qualsiasi trattamento e 2) il 90% della varroa si trova dentro la covata percolata; di conseguenza è meglio adottare una soluzione tampone, strisce di apistan, per eliminare la varroa circolante e arrivare in primavera per poi applicare un metodo biologico.
I libri che hai citato sono ottimi e sono complementari l'uno all'altro.
Per il travaso aspetterei l'inizio di primavera, non si può dare una data ma ci dobbiamo regolare con la natura, orientativamente dopo la fine della fioritura del mandorlo e quando le api sono in grado di produrre della cera (imbiancano), allora è il momento adatto per il travaso in arnie a SpazioMussi. Per i contatti in provincia di Messina ti posso dare alcuni nominativi in forma riservata tramite una mail.
Saluti
Vincenzo
Grazie per la risposta, per me è molto importante ricevere congigli da lei. Nell'attesa del travaso in arnie a SpazioMussi, che effettuerò in primavera, avevo pensato di effettuare un trattamento con acido ossalico per gocciolamento (Api-bioxal) e poi, a fine estate un trattamento con ApiLifeVar. Vorrei sapere cosa ne pensa. Però ho un dubbio: posso effettuare il trattamento con Api-Bioxal in questo periodo. Leggo un pò ovunque che tale trattamento va eseguito in assenza di covata, ma se inizia ad esserci covata il trattamento è solo meno efficace oppure si rischia di arrecare danno alle api? Per i nominativi di apicoltori o meglio di qualche associazione mi può indicare qualch'uno anche in provincia di Catania (mi dicevano nella zona di Zafferana Etnea) il mio indirizzo e-mail è milonegaetano@tiscali.it Grazie per la risposta.
RispondiEliminaCome ho detto in precedenza il 90% della varroa si trova dentro la covata percolata e non viene colpito dai trattamenti, ora non sapendo quanta covata hanno gli alveari e quale è il grado di infestazione da varroa non si può prendere una decisione.
EliminaInoltre se in primavera farai il travaso in alveari a Spazio Mussi non avrai, successivamente, necessità di trattamenti.
Per il resto ti rispondo privatamente.
Saluti
Vincenzo