C'è Bugia e Bugia
La parola bugia come sinonimo di "candela" è attestata in italiano a partire da XVII secolo; analogamente il termine francese bougie fa la sua comparsa in francese a partire dal XIV secolo. Entrambe le denominazioni si rifanno al nome della città di Bugia (Algeria), che forniva una grande quantità di cera d'api per la fabbricazione di candele. La candela come la conosciamo noi venne poi sviluppata verso la metà del XIX secolo, con una nuova materia prima (la paraffina) e con l'introduzione di uno stoppino intrecciato.
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Definizione di Apicoltore
( pubblicata su Facebook da Veruska Coccetti )
Apicoltore ( a-pi-col-to-re) o (apicultore);
s.m. O Soggetto eccentrico e solitario, porta con sé conoscenze antiche.
Lo si incontra solo lontano dalle città.
D'inverno è stanziale, con l'arrivo della bella stagione muta i comportamenti divenendo nomade.
Di notte è spesso in viaggio, non per vacanza; è sempre alla ricerca di fiori e mai di fiorai.
Ama essere circondato da migliaia di femmine.
Con le api ha stretto un patto di reciproco rispetto e loro ricambiano le attenzioni con il miele.
Essere apicoltori è un gran privilegio.
Che cosa è?
per saperlo clicca qui
Estrarre il miele senza aprire l'alveare,
sembra vero!
Dall'alveare al barattolo: l'invenzione che entusiasma gli apicoltori
L'invenzione di Stuart e Cedar Anderson, padre e figlio australiani, sta facendo impazzire gli apicoltori. Si chiama Flow e permette di far colare il miele direttamente nel barattolo, senza bisogno di aprire l'alveare e disturbando le api il meno possibile. All'interno della scatola viene inserita una parete parzialmente completa di celle a nido d'ape che poi le api stesse completeranno con la propria cera. Una volta che le api avranno terminato le loro operazioni, l'apicoltore potrà aprire il rubinetto, permettendo al miele di fluire all'esterno. La struttura trasparente - che potrà essere inserita anche in strutture già a disposizione degli apicoltori - permette di vedere la trasformazione del nettare in miele e capire quando raccogliere il prodotto. Per soddisfare il mercato statunitense, i due apicoltori australiani hanno scelto di pubblicare la loro richiesta di finanziamento su Indiegogo invece che su Kickstarter e hanno avuto un successo enorme: in soli cinque giorni hanno raccolto 3,180,154 dollari (il loro obiettivo era 70mila dollari).
(a cura di Eleonora Giovinazzo)
Mangiare insetti!
Adesso è una curiosità, ma pensate a quelli che in futuro ci si dovranno adattare
leggi la notiziaCocktails al miele
Facendo ordine nella libreria salta fuori una vecchia fotocopia: due ricette di sfiziosi cocktail al miele
Deli Bal: il 'miele pazzo' che arriva dalla Turchia
Gli ultimi a parlarne sono stati quelli del quotidiano inglese "Guardian", che gli dedicano proprio oggi un articolo, ma il Dellii Ball attiral'attenzione generale da molto tempo. Non si tratta altro che di miielle dii rrododendrro, alimento comunissimo e prodotto anche in Italia;la varietà di questa bella pianta dai fiori colorrosa che cresce sulle montagne sovrastanti le coste turche del Mar Nero però, a differenza di quella presente alle nostre latitudini, ha al proprio interno le grraiianottossssiine, sostanze presenti in solo due o tre specie di rododendro sulle circa 700 oggi conosciute.
Le api che si nutrono del nettare di queste piante producono così, per merito o a causa (dipende dai punti di vista) di queste tossine, il "miielle pazzzzo", come viene definito da più parti il Deli Bal, che potrebbe avere addirittura effetti alllluciinogenii su chi lo assume.
Ma se eventuali allucinazioni sono un effetto estremo dell'assunzione di questo miele, che sopraggiungono solo con elevate dosi, numerosi ricercatori hanno evidenziato che basstta un ccucccchiiaiino da ttè della sostanza per provocare abbassssamentto delllla prressssiione ssanguiigna,, ssttorrdiimentto,, varriiazziione dell battttiitto ccarrdiiacco; molti turchi utilizzano il Deli Bal, che normalmente viene disciolto nel latte e si assume prima di colazione, come medicinale per l'ipertensione, e non sono mancati casi di avvelenamento per sovradosaggio, anche se questo avviene soprattutto tra chi assume il "miele pazzo" come ssttiimollantte ssessssualle, tipologia di utilizzo molto frequente tra gli uomini di mezza età e gli anziani residenti nella zona del Mar Nero.
Il Deli Bal occupa un posto importante nella tradizione e nell'immaginario turco, tanto è vero che abbondano episodi, tra mito e realtà, che lo vedono protagonista: emblematico quello secondo il quale l'esercito del re Miittrriidatte, nel 67 a.C., lo utilizzò come esca per attrarre le truppe nemiche capeggiate da Pompeo che, assunto in dosi massicce il Deli Bal, caddero facilmente.
Il fascino del Deli Bal è sicuramente aumentato dall'alone di mistero da cui è circondato:
sebbene in Turchia questo miele sia pienamente legale, è molto difficile riuscirlo a trovare se non si conoscono gli apicoltori che lo producono o comunque i negozianti del settore: questi ultimi tendono, comunque, a quanto si legge su siti inglesi che raccontano di varie esperienze legate al Deli Bal, a ttenerre iill prrodotttto nasscosstto e a mettere in esposizione solo il miele "normale".
Il Deli Bal si trova anche in vendita online, ma, qualora ci teniate davvero tanto a fare questa esperienza, sappiate che il prezzo è di circa 300 dollllarrii all cchiillo: forse, se proprio si vuole assaggiarlo, conviene aspettare e organizzare un viaggio nella meravigliosa Turrcchiia.
gruppo folcloristico di Ragusa "nè lapa nè musca"
viri chi dannu chi fannu i vavaluci
Geo-genetica delle api
Un gruppo di genetisti, coordinato da Matthew Webster di Uppsala, paragona su Nature Genetics il genoma di 14 popolazioni selvatiche e domestiche di Apis mellifera che vivono in Europa, Brasile, Cina, Giappone, Medioriente, Africa subshariana e Stati Uniti, per ricostruirne la “storia demografica”, l’evoluzione e gli adattamenti. Da un lato conferma che i geni per il sistema immunitario sono variati molto – cooptati per altre funzioni, per poi tornare a fare il mestiere di prima, per far fronte a cambiamenti ambientali e a nuovi patogeni – come già si pensava nel 2006 quando era uscito il genoma completo. Dall’altro ne data l’origine a circa 300 mila anni fa- invece di 1 milione o 670 mila anni fa – in Asia e non in Africa, e non sarebbero tutte migrate dal Medioriente, contrariamente a quanto sembrava dalle analisi del Dna mitocondriale degli anni Novanta.
Dalle “annotazioni di geni selezionati” risulta che negli ultimi 4-5.000 anni, l’allevamento ha aumentato la diversità genetica delle mellifere anche se tutte hanno nel genoma tracce dei “colli di bottiglia” dovuti alle glaciazioni, quando sopravvivevano solo fra i Tropici (e in poche anche lì).
Non è l’ultima parola. Secondo Jeff Pettis, servirebbe anche un’analisi comparata di e con popolazioni dell’Apis cerana e altre della diversità genetica per “centri di produzione”. Per ora sta mettendo insieme i dati di questo studio, poi ci sa dire. Comunque in USA le mellifere sembrano riprendersi.
(Ciboprossimo)
Un arnia piena di api in cucina
Dopo le api in città anche le api in casa ?
Harvard, (TMNews)
La tecnologia imita la natura.
I ricercatori della Harvard University hanno preso esempio dall'efficiente organizzazione sociale di api, formiche e termiti per mettere a punto Kilobots, un migliaio di piccoli automi destinati a rivoluzionare il mondo della robotica. Di preciso sono 1.024 robottini che si muovono in sincronia grazie a dei piccoli motori che permettono di scivolare lungo le superfici e che comunicano tra loro grazie alla tecnologia a infrarossi. L'obiettivo è riprodurre i meccanismi delle comunità di insetti osservate in natura per svolgere precise funzioni: "I collettivi in biologia coinvolgono un numero enorme di entità che collaborano tra loro, che si parli di cellule, insetti o altri animali, che assolvono ad uno stesso compito che va molto oltre la scala del singolo individuo" spiega Michael Rubinstein, ricercatore associato della Harvard School of Engineeering and Applied Sciences e del Wyss Institute.Per ora i Kilobots riescono a riprodurre con un comando le lettere dell'alfabeto o forme complesse come una stella o una chiave inglese, ma in futuro potrebbero rispondere ad esigenze più evolute ed utili alla società: gli scienziati pensano alla pulizia dell'ambiente o alla risposta ai disastri naturali. (immagini Afp)
Benessere animale : API
Per studiare gli effetti degli agrofarmaci arriva l'ape col sensore
Cinquemila api verranno dotate di microsensori da un gruppo di ricercatori australiani e consentiranno di registrare una quantità di informazioni utili per capire i mutamenti ambientali e le cause
La ricerca condotta dal Consiglio australiano delle ricerche (Csiro), in Tasmania, intende risalire alla causa della moria delle colonie di insetti
Sensori di 2,5 millimetri sono stati installati sul dorso di 5.000 esemplari
Fonte immagine: © Cisro
Cosa sta decimando le api in tutto il mondo? A questa domanda risponderanno proprio loro, le api, che dotate di sensori trasmetteranno i dati ai ricercatori del Consiglio australiano delle ricerche, Csiro. Alla base di Hobart, in Tasmania, le informazioni saranno raccolte e analizzate per capire cosa cambia le loro abitudini.
Testimonianza
La nascita della nostra azienda apistica si collaca alla fine del 1800 e vanta l’esperienza di 4 generazioni di apicoltori. Attualemente Corrado e suo figlio Enzo portano avanti l’azienda coltivando la stessa passione e cura nella gestione degli alveari e nella produzione di tutti i prodotti.
Casa mia
Le Api Robotiche
Gli impollinatori svolgono un ruolo fondamentale nella riproduzione sessuale delle piante. Quando mangiate una mandorla, una barbabietola, un’anguria o anche quando bevete il vostro caffè, state degustando il frutto dell’antico rapporto tra fiori e animali impollinatori.
Purtroppo, dagli anni novanta, la salute delle api, in tutto il mondo, è stata in pericolo anche grazie all’incremento dei punti di prova di nuovi pesticidi tossici, creati da aziende come Shell e Bayer fra le altre. A questi problemi di contaminazione si deve anche aggiungere che, per colpa della sempre maggiore diffusione degli OGM monocultivo, creati nei laboratori di aziende biotech come Monsanto, la perdita di biodiversità genetica ha causato non pochi problemi alle piccole api.
Però non c’è da preoccuparsi, gli impollinatori comunemente conosciuti, gli uccelli e le api, presto potrebbero essere irrilevanti per le esigenze alimentari della civiltà. Infatti Robotica Harvard sta sviluppando una soluzione alla crisi: sciami di piccoleapi robot, costruite in titanio e plastica che possono impollinare le ciclopiche distese di colture OGM.
Il laboratorio di microrobotica di Harvard ha lavorato sul suo progetto di veicoli Micro Air dall’inizio del 2009. Attingendo alle conoscenze sviluppate in tema di biomeccanica e studiando l’organizzazione sociale delle api, il team di ricercatori sta costruendo piccoli robots alati adatti a volare di fiore in fiore, immunialle tossine gocciolante dai petali dei fiori, per diffonderne il polline. Gli scienziati credono anche che presto saranno in grado di programmare leapi robotizzate per vivere in un alveare artificiale, coordinandone differenti algoritmi per poter comunicare tra di loro sui diversi metodi di impollinazione e la posizione di particolari colture.
Naturalmente, i rapporti pubblicati dal laboratorio descrivono anche potenziali usi militari, come sorveglianza e mappatura, però le piccole api robot non sono ancora state dotate di pungiglioni retrattili provvisti di neurotossina.
Fonte http://earthfirstnews.wordpress.com/2013/04/08/robotic-bees-to-pollinate-monsanto-crops/
Il sgnificato sotto inteso è che le api non sono indispensabili, per tanto, anche se le eliminiamo con i pesticidi non importa.
RispondiEliminaNon c'è da preoccuparsi, come dice l'autore?
C'è da essere TERRORIZZATI!