giovedì 25 febbraio 2010

Diventare apicoltore : Apicoltura, un'avventura!

All'origine
Il primo libro di apicoltura che ebbi modo di leggere mi fu dato in prestito dal mio maestro Bruno Italo Pasi, per gli amici semplicemente Bruno, sarto, apicoltore di Albaredo d'Adige (VR); era il famoso "Trattato Completo di Apicoltura" di Alphandery pubblicato in Italia nel 1935 per i tipi della tipografia Scotoni di Trento, tradotto ed annotato da Antonio Zappi Recordati. Il fascino di quest'opera sta tutto nella sua impostazione, mai l'autore ha la pretesa di essere il depositario di verità da rivelare ma, per ogni
argomento, riporta opinioni e metodi suoi e di diversi apicoltori che allora andavano per la maggiore; ci si ritrova così in diretta con personaggi i quali per conoscenza, capacità tecnica, e capacità divulgativa sono entrati a far parte della storia dell'apicoltura. Quindici anni dopo lo ebbi in regalo, con dedica, adesso occupa giustamente un posto d'onore nella mia biblioteca. Pasi l'aveva avuto in dono dall'apicoltore che gli trasmise l'arte di allevare le api, l'insegante delle elementari di Albaredo D'Adige, Caliari Dante, da tutti beneamato e conosciuto come il "Maestro Dante", classe 1897. Alla sua morte, nel 1954, Bruno ne ereditò anche le attrezzature con il solo obbligo di fornire annualmente, vita natural durante, nove chilogrammi di miele alle figlie dello stesso Dante, tuttora (2002) viventi e residenti ad Albaredo, cosa che lui fece puntualmente fino all'anno della sua morte. Il maestro Dante fu un'apicoltore esperto e industrioso, conduceva un centinaio di alveari dislocati in varie corti nelle frazioni vicine, da essi ricavava negli anni buoni circa sei quintali di miele; allevava le regine con il metodo dei nuclei di fecondazione e di tanto in tanto si riforniva a Bologna per evitare la consanguineità; invasettava il miele in vasetti di cartone paraffinato e lo portava in motocicletta a Merano distribuendolo negli alberghi ad uso e consumo dei turisti. Infatti allora, nella zona di Verona, sia il consumo che il prezzo erano molto bassi, la gente preferiva lo zucchero, una buona parte era assorbito dall'industria dolciaria ma ad un prezzo talmente basso che non risultava remunerativo. Il maestro Dante ebbe, oltre a Bruno, un'altro allievo Micheletto Amilcare, falegname residente a Presina, una frazione di Albaredo d'Adige, oggi l'attività viene continuata dal figlio Micheletto Alfeo, classe 1929, il quale ci tiene a precisare che non esercita l'apicoltura per passione ma per rispetto del padre da cui ha ereditato api e attrezzature.

Come divenni apicoltore
Allora ero scapolo, da poco arrivato nel Veneto e con tanto tempo libero; assieme ad alcuni amici prendemmo in affitto una vecchia casa di contadini in fondo alla valle di Fumane in località Sengia Rossa. Un luogo bellissimo nella catena del Monte Baldo, al limitare di un bosco, con una magnifica veduta sulla valle; il nostro impegno fu di renderla più vivibile, secondo un criterio cittadino, e quindi l'attrezzammo di bagno con doccia, acqua corrente, riscaldamento con stufa a legna, cucina economica, tutto acquistato da rigattieri e lavori rigorosamente "self made", ci cimentammo anche nell'orto, nella ripulitura del prato ed in lavori boschivi.
Quando tutto fu sistemato, qualcuno pronunciò la frase fatidica "per completare l'opera qui ci starebbero delle api". L'idea mi colpì e mi affascinò talmente che mi misi subito alla ricerca di un apicoltore che potesse insegnarmi i primi rudimenti dell'apicoltura.
Fu così che fui presentato a Bruno.
Un meridionale, per giunta Siciliano, che spunta nel bel mezzo della bassa Veronese e che pretende perfino di fare l'apicoltore era un bell'enigma per Bruno, così cominciammo una chiaccherata molto amabile che in realtà fu un'intervista a trecentosessanta gradi, con il procedere della chiacchierata sentivo nascere un certo filing tra noi e cresceva in me la speranza di essere accettato come allievo.
Ad un certo punto arrivò la stoccata finale sotto forma di innocente domanda:
<< Lo sa lei cos'è la "morecciola"?>>
mi chiese, con aria divertita ed incredula,
prontamente e giustamente risposi:
<< Il topolino di campagna!>>,
allora, se un Siciliano sa cos'è la morecciola, sentenziò, può anche fare l'apicoltore.
Iniziò così un sodalizio che durò per circa un decennio fin quando feci ritorno a Trapani.
Da Bruno ho appreso le nozioni fondamentali dell'arte e, cosa più importante, l'amore ed il rispetto per questi esserini che hanno saputo affascinare generazioni di uomini.
Considerazioni
Dopo tanti anni di attività, in ambienti molto diversi tra di loro, il Veneto e la Sicilia e tante esperienze dirette ed indirette, non credo di poter essere smentito se affermo che l'apicoltura è un'arte e che le varianti possono essere infinite, secondo l'indole dell'apicoltore, il tempo disponibile, la sua padronanza delle tecniche, gli obiettivi che si propone di raggiungere, la conoscenza delle condizioni pedo-climatiche e botaniche del territorio in cui opera, la razza di api che alleva, ecc.
Ovviamente vi sono delle conoscenze tra cui, anatomia, fisiologia ed etologia delle api che fanno parte della cultura apistica di base, esse restano valide sotto ogni latitudine, mentre la loro applicazione e le molteplici variazioni, nei tempi e nei modi, viene tipicamente influenzata dalle condizioni sopra menzionate.

Vincenzo Stampa

12 commenti:

  1. Passione, saggezza ed esperienza mi arrivano dirette leggendo questo "entusiasmante racconto di vita e di api" e suscitano in me ammirazione, curiosità e voglia di fare!Grazie

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  2. ciao
    Anche io vorrei iniziare a fare l'apicoltore!!!
    ma non saprei da dove iniziare!!!
    premetto che sono laureato in Geologia, quindi non ho avuto molto tempo da dedicare ad altre attività!!!
    di conseguenza rappresento un neofita da plasmare!!!

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  3. Ciao, complimenti per il blog.
    Mi sto avvicinando ora all'apicoltura e chiaramente la confusione e l'incertezza la fanno da padrone.
    Unica cosa a disposizione il terreno.
    Mi sapresti dare un po' di info, siti fidati dove acquistare materiale e regine di qualità e come poter iniziare l'attività?

    Grazie infinite.

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  4. Per iniziare con il piede giusto, occorre farsi una culura sulle api in particolare sul loro comportamento, un buon testo potrebbe esssere "LE API" di A. Contessi Ed. Edagricole; poi occorre un buon maestro, un apicoltore esperto per la parte pratica. Il neofita deve accettare la sua posizione di "non conoscenza" ed essere disposto ad imparare dalle api, quindi tanta osservazione con periodicità costante dei segnali che le api danno rispetto a cosa si accingono a fare e agire di conseguenza. Un impianto di apicoltura, anche modesto, ha un costo è sempre prudente iniziare con pochi alveari (tre o quattro) ma, prima di imbarcarsi in questa nuova attività, sarebbe meglio frequentare da apprendista un apicoltore esperto. Per rendervi le cose più semplici frequentate un'associazione di apicoltori della vostra provincia.

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  5. Ho sempre voluto fare apicoltura e solo adesso che mi ritrovo tre alveari da gestire da tre settimane mi rendo conto che non avevo bene l'idea a cosa stessi andando in contro ma sono sempre più soddisfatta di questa scelta quasi inconsapevole. Per problemi lavorativi non ho tanto tempo libero se non il lunedì e un'altra mezza giornata durante la settimana dunque non ho spazio per frequentare corsi (tenuti rigorosamente il sabato e la domenica mentre io lavoro) e un conoscente che sta frequentando, come consiglia giustamente Lei, presso l'associazione di zona mi riporta che in realtà io so più cose di loro. Una cosa però non immaginavo (ma temevo): che gli apicoltori che tengono il corso fossero gelosi delle proprie conoscenze e che ti volessero diciamo dissuadere dall'iniziare (e qui mi rifaccio alla linea guida dei questo blog!). Ho chiesto ad un apicoltore professionista di poter far pratica : risposta negativa, l'apicoltore più vicino disposto a collaborare è di Como mentre io sono di Milano. In realtà non so come fare perchè la teoria e la pratica sono due cose diverse ma farò un passo alla volta, con l'umiltà di chi non sa ma con la determinazione e l'apertura di chi vuole riuscire. Grazie per l'attenzione. Laura

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    1. Capisco la difficoltà, chi ha dei segreti è soltanto un ignorante che nasconde la sua ignoranza dietro il segreto.
      La FAI-Federazione Apicoltori Italiani ha delle sezioni regionali tra cui FAI-Lodi e Milano presso cui potrai trovare assistenza.
      fai-lodimilano@federapi.biz
      Non mollare

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  6. Buongiorno. Sono già (!) 6 anni che faccio apicoltura e ancora mi sembra di non capirci un fico secco... e non parliamo di come mi sento adesso che ho appena iniziato con l'ape sicula!! mi sembra di essere tornata a quel giorno in cui lo sventurato e generoso Daniele (il mio GURU) mi disse "vieni quando vuoi che ti insegno"...
    tutto è diverso con queste signorine nere! ad esempio: in Sicilia si fa il blocco di covata estivo o autunnale? e il trattamento con l'ossalico che al nord facciamo in inverno durante il blocco naturale... non lo posso fare se le api non vanno in blocco...insomma... chi mi aiuta? :-) si accettano consigli di ogni genere :-)

    Grazie!!

    Claudia

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  7. Gentilissima Claudia,
    in Sicilia il periodo critico per gli alveari va dai primi di luglio fino alla fine di settembre, con oscillazioni anche ampie di quindici o venti giorni a seconda delle zone climatiche, costa sud oppure nord, area centrale, ecc. Gli eventi che contano sono la fine della fioritura estiva e l'inizio di quella autunnale, fortemente legata al regime delle piogge. Durante la crisi di raccolto estiva la regina Sicula rallenta la deposizione fino ad azzerarla quasi del tutto; dunque, verso la fine dell'estate è il monento adatto per il trattamento con ossalico; il calendario lo stabilisce l'ambiente e le api.
    Non posso tacere del fatto che i tratamenti anti-varroa sono del tutto inutili se si adotta il metodo di condìuzione a Spazio Mussi®, di cui trova ampie notizie su quest blog.
    Saluti .
    Vincenzo Stampa



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    1. si in effetti stavo leggendo e sono quasi certa che lo utilizzerò anch'io...peccato non averne letto a primavera quando ho travasato i nuclei... rimedierò con quelli nuovi a primavera prossima. quindi mi conferma che con lo spazio Mussi non si utilizza più neppure l'ossalico? questo è stupefacente a dir poco... mi piacerebbe molto anche poterne parlare di persona con lei! io ho l'apiario in prov di PA , sui monti Sicani, comune di Campofelice di Fitalia. il fico d'India ha terminato ormai la fioritura e temo che fino all'arrivo dell'Eucalipto saremo in stallo...

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  8. Ciao, sto frequentando un corso di apicoltura e ad aprile prenderò le mie prime 3 arnie, sto studiando molto per combinare meno pasticci possibili quando sarà ora di condurre il mio primo piccolo apiario, sto leggendo con molto interesse il tuo blog, grazie per le informazioni che condividi.

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  9. buongiorno sono un apicultore tunisino ho un essperienza cosi buona per realizare un progetto in italia , parlo perfettamente la lingua anche parlo francese , arabo e un po inglese ,
    sto cercando una peronna che po credere in questo progetto

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