Il polline è un prodotto facilmente deteriorabile a causa del suo contenuto di umidità che deriva in parte dall’ambiente, in parte dall’alveare stesso e dal metodo di raccolta.
Le api, per tenere insieme i microscopici granelli di polline, durante la fase della raccolta le umettano con del nettare o con del miele, prima di pressarli nel cestello situato nelle zampe posteriori. Gli zuccheri di cui il polline viene impregnato sono igroscopici e pertanto
esso tende ad assumere umidità dall’ambiente. L’umidità favorisce fenomeni di degradazione ed è per questo che il polline, appena recuperato dai cassetti delle trappole, deve essere essiccato rapidamente mantenendo bassa la temperatura, l’eccesso di calore potrebbe rovinare alcuni principi attivi che rendono il prodotto particolarmente benefico.
L’essiccatoio ad aria calda forzata è un’ottimo strumento per l’essiccazione del polline, ve ne sono in commercio diversi modelli di dimensione e costo variabile.
E’ possibile ed anche abbastanza facile costruirlo, adeguando la sua dimensione alla reale necessità aziendale. Un modello adatto a ricevere il raccolto di circa duecento trappole è evidenziato nelle foto. E’ costruito con legno compensato fenolico ( detto anche marino) di 15 mm di spessore che si può agevolmente tagliare con un seghetto alternativo anche non professionale, i vari pezzi sono tenuti insieme da viti mordenti e colla vinilica, il cielo è realizzato con rete metallica fine del tipo usato per il fondo delle arnie e la chiusura si effettua con ganci del tipo baule. I ripiani sono formati da una cornice di legno fatta con listelli di 20 x 25 mm tenuti da squadrette metalliche avvitate e sono circa 5 cm meno profondi rispetto all’essiccatoio; questo accorgimento permette di sistemarli sfalsati per creare un percorso obbligato per l’aria calda che è costretta a lambire la superficie di ogni ripiano contenente il polline, per uno spessore di circa 1,5 cm, prima di uscire dal cielo; il fondo dei ripiani è fatto con una fitta rete zanzariera in plastica fissata con una spillatrice.
L’aria calda è fornita da una stufetta ventilata di piccole dimensioni, del tipo usato per riscaldare piccoli ambienti, fissata sulla parete anteriore dell’essiccatoio,
occorre fare qualche prova per trovare la giusta combinazione tra velocità della ventola e riscaldamento delle resistenze aiutandosi con un termometro e tenendo presente che l’aria non deve superare la temperatura di 45°C. Chi ha maggiore dimestichezza con i circuiti elettrici, può inserire un termostato che agisce sul circuito di alimentazione della stufetta regolandone il funzionamento. Orientativamente per realizzare l’essiccatoio mostrato nelle foto si è affrontata una spesa di circa 100 Euro dedicandovi una giornata di lavoro.
La fase di essiccazione dura circa 24 ore, il polline in attesa di essere mondato dalle impurità viene sistemato in secchi di plastica per alimenti ( quelli per il miele) o in sacchetti ermetici e conservato in congelatore per cinque o sei giorni, questo passaggio è indispensabile per inattivare definitivamente le eventuali uova di tarma che schiudendosi successivamente renderebbero il prodotto non adatto alla vendita ed al consumo. E’ interessante notare che il passaggio in congelatore ci evita l’uso di disinfestanti, come l’anidride solforosa, permettendoci di garantire al consumatore un prodotto integro oltre che perfettamente conservabile.
Tipi di polline
polline di agrumi polline di cardo
polline di papavero polline di sulla
V. Stampa
Complimenti,un'idea semplice ma direi molto efficace !
RispondiEliminaHo iniziato anch'io l'anno scorso la raccolta del polline e volevo chiederle se è indifferente passarlo in congelatore prima o dopo l'asciugatura per 24 ore.
Grazie
M. Moretti
La cosa è del tutto indifferente.
RispondiEliminaSaluti
V. Stampa
Salve.
RispondiEliminaQuesto tipo di trappola non crea problemi mischiando eccessivo "materiale di caduta" dal nido? Quale procedimento consigli? Ho letto di macchinari molto costosi per pulire il polline "sporco" ottenuto con l'uso di trappole apparentemente meno a rischio di raccolta di residui indesiderati.
Grazie e buon lavoro.
Come si può vedere dalle foto, c'è poco materiale di ricaduta, la maggior parte delle rosicchiature vengono eliminate dalle api attraverso la parte posteriore del fondo di rete che rimane scoperto. Quel poco che ci si trova può essere elimnato facilmente, dopo l'essiccazione, con un leggero getto d'aria ad esempio con un asciuga capelli.
RispondiEliminaPer grossi quantitativi una macchina sarebbe interessante ma non sono mai riuscito a trovarne una, mi sarebbe utile avere qualche indicazione in tal senso.
Grazie
Complimenti per l'essiccatore artigianale ma non troppo...lo prenderò come spunto...grazie e saluti dal Molise
RispondiEliminaLuigi
L'apicoltura è un'arte ma l'apicoltore, alle volte, è un artista. Buon proseguimento!
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