martedì 5 novembre 2013

Apicoltura perplessa : domande e ancora domande

Domanda
Tengo le api da 40 anni: un piccolo apiario di 20 famiglie, ma non sono tanto bravo come apicoltore.
Ho assistito all'arrivo della varroa, sono passato da Campero fino ai blocchi + confinamento + sublimato.
Da 2 anni  ho convertito tutte le arnie a Spazio Mussi® ma ho la sensazione che la tecnica di conduzione che uso (messe a sciame, arnie sovrapposte, riunioni, ed esperimenti sulla costruzione del favo naturale) vada ad interferire con l'equilibrio creato dallo Spazio Mussi®, per cui
ai controlli con sublimato in assenza di covata  non constato un mantenimento della popolazione di varroa entro limiti che mi rassicurano. vorrei parlarti di questo. Per quanto riguarda il cambiamento di mentalità relativo alla conduzione da 10 a 8 favi credo che dovrò arrangiarmi perché penso ci siano troppe differenze ambientali tra la Sicilia e il Veneto a meno che in Veneto o alta Italia non ci sia qualcuno che usa lo Spazio Mussi®.
Io credo che l'atteggiamento generale e l'attuale dibattito liquidatorio sullo Spazio Mussi® sia pregiudiziale e basato su aspettative di risultati immediati, saltando la fase dell'imparare (Percelsi insegna).
Mi rivolgo a te perché vorrei far funzionare lo Spazio Mussi® e tu parli una lingua che capisco.
(lettera firmata)

Risposta
Caro Amico,
considerando i tuoi anni di attività, potremmo essere all'incirca coetanei, io sono del '45. Se vuoi approfondire lo Spazio Mussi® di presenza, il periodo migliore è la primavera. In anteprima ti dico che lo Spazio Mussi®, scoperto in Toscana, funziona anche a BREMA (Germania del nord).
Tra quello che scrivi c'è una grande verità, l'apicoltore deve reimparare  a gestire gli alveari a Spazio Mussi®.
All'inizio (anno 2004) di questa rivoluzione mi sono posto alcune domande:
  1. - è possibile che in centinaia di migliaia di anni le api non abbiano mai dovuto affrontare e risolvere un problema simile a quello della varroa?
  2. - dal 1995 si conosce un particolare comportamento delle api il "social grooming" che possiamo tradurre liberamente in "spulciamento reciproco", perché non lo si vuole riconoscere?
  3. - secondo quale criterio è stata scelta la distanza interfavo di 38,5 millimetri?
  4. - perché gli sciami "selvatici" hanno una vita di gran lunga superiore a quelli allevati?
  5. - siamo sicuri che le api sono contente di vivere in un'arnia con distanziatori Dadant?
  6. - perché l'apicoltore deve impiegare tempo, fatica e denaro per i trattamenti contro la varroa, se i risultati sono mortalità annuali attorno all'ottanta per cento (80%) ?
  7. - siamo sicuri che tutti quelli che detengono alveari sono apicoltori?
  8. - siamo sicuri che quello che vuole l'apicoltore sia identico a quello che vuole l'alveare?
Ed infine, 
tutti i detrattori dello Spazio Mussi® sono in grado di dare una risposta documentata a queste domande?

Io sono contento della scelta dello Spazio Mussi® perché:
  • - ho ridotto la manodopera del settanta per cento (70%)
  • - non spendo un centesimo per prodotti antivarroa
  • - non registro malattie e mortalità anomale
  • - i miei alveari continuano a produrre la stessa quantità di miele
  • - produco mieli sicuramente meno inquinati
Un mio amico commercialista suole affermare "l'intelligenza è distribuita" ma.... non si pronuncia sul come!

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