Se
si vuole veramente qualificare la produzione del miele e degli altri prodotti
dell’alveare quali polline, propoli, pappa reale, come prodotti salutari, non
basta portare gli alveari al pascolo in zone non contaminate dall’intervento
umano con prodotti fito-terapici, come ad esempio le aree demaniali ma, in
primo logo, occorre che l’apicoltore si orienti verso la conduzione dei propri
alveari in modo del tutto naturale, in particolare nella fase di lotta ai
parassiti.
Gli
apicoltori più illuminati hanno da moltissimi anni messo a punto delle
metodiche rispettose della biologia, della fisiologia delle api e della salute
dei consumatori dei prodotti dell’alveare, tra essi ricordiamo il prof. Raffaele
Bozzi di Pistoia fisico-apicoltore, antesignano sostenitore del blocco di
covata, anno 1988; Michele Campero apicoltore, inventore della lotta alla
varroa mediante l’uso del telaino trappola indicatore, anno 1990 e Francesco
Mussi apicoltore, inventore del metodo che porta il suo nome “Spazio Mussi®”,
come controllo biologico e permanente, da parte delle stesse api, del parassita
varroa, anno 2003.
La
FaiSicilia-Federazione Apicoltori Italiani, ritenendo di fondamentale
importanza economica la difesa sanitaria degli allevamenti, da qualche anno si
è posta come obiettivo primario la difesa della salute degli alveari, di quella
degli apicoltori e dei consumatori dei prodotti dell’alveare.
La
sperimentazione dello Spazio Mussi® inizia nella primavera del 2004 e dopo tre
anni di conduzione comparata con gli alveari standard, durante i quali è stata
affinata la tecnica di conduzione e provata l’efficacia del metodo, si è
passati alla sua diffusione nell’ambito degli apicoltori della provincia di
Trapani; lo stesso Francesco Mussi ci ha fatto l’onore di partecipare ad alcuni
incontri con gli apicoltori.
Al
di la delle chiacchiere dei soliti detrattori, dieci anni di applicazione del
metodo Spazio Mussi®, senza problemi di alcun genere, sono la migliore prova
della sua efficacia e, dato non trascurabile, le api mostrano di gradire molto la
nuova organizzazione interna dell’alveare.
Ridimensionato
il “monatto” varroa sono sparite tutte quelle strane patologie difficilmente
classificabili e per di più incurabili che tanto fanno dannare gli apicoltori e
che portano gli alveari alla debilitazione e alla morte.
Si è
infine giunti alla determinazione di diffondere il più possibile i metodi di
lotta biologica alla varroa compreso il metodo Spazio Mussi®, per un’apicoltura
senza chimica. Utilizzando i fondi messi a disposizione dal Reg. C.E. 1234/07 è
stato attuato un progetto di istruzione degli apicoltori delle provincie di
Trapani, Palermo, Agrigento e Ragusa per mezzo di lezioni teoriche e di
applicazioni pratiche in apiario trasferendo agli apicoltori tutta l’esperienza
maturata negli anni.
Nella
prima fase del progetto sono stati individuati, nell’ambito degli associati a
FAI SICILIA, delle figure professionali idonee alle quali, successivamente, è
stata affidata la responsabilità di gestire localmente l’organizzazione dei
corsi e lo svolgimento di parte del programma.
Tutto
si è svolto regolarmente anche con la collaborazione dei servizi veterinari
provinciali e sono stati forniti gli stessi contenuti a tutti i partecipanti residenti
nelle quattro province. Si è molto insistito sul concetto di lotta territoriale,
alle malattie e alle parassitosi, attuata attraverso un piano coordinato nei
tempi e nei metodi, come unico mezzo veramente efficace per la prevenzione
delle reinfestazioni e delle epidemie.
Abbiamo
visto la partecipazione di molti giovani che vedono nell’apicoltura una
possibile attività autonoma in grado di fornire un’importante integrazione al
reddito, senza con questo volere pregiudicare importanti futuri sviluppi aziendali.
Dal
punto di vista organizzativo non è da sottovalutare l’azione formativa nei
confronti degli operatori coinvolti nello svolgimento dei corsi e gli accordi
raggiunti con le istituzioni territoriali per la creazione di punti di assistenza
tecnica e amministrativa stabili a servizio degli apicoltori locali.
Infine
mi permetto una nota personale, ringraziando tutti quanti hanno contribuito con
grande spirito collaborativo alla buona riuscita dei corsi.
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