La passione per l’apicoltura, diventata poi un mestiere, ha contribuito ad affinare la mia curiosità per tutto ciò che è natura.
Da questo punto di vista, il Monte Erice rappresenta una palestra molto interessante per la sua posizione geografica e per la conformazione che presenta quattro versanti ciascuno orientato verso un diverso punto cardinale.
A questo si aggiunge l’effetto altitudine che va dal livello del mare fino a quota settecento metri circa.
In conseguenza, sui versanti del monte, si hanno tanti microclimi che determinano numerose nicchie ecologiche vegetazionali.
Purtroppo la piaga degli incendi, che periodicamente devastano il monte, ha ridotto sensibilmente le specie presenti ed anche le specie relitte sono rappresentate da un esiguo numero di esemplari.
In questo quadro, alquanto deprimente, si inserisce il tentativo di conoscere e classificare le specie botaniche esistenti, con un particolare riguardo a quelle apisticamente interessanti.
Due esempi valgano per tutti.
I versanti nord e ovest del monte Erice erano caratterizzati da una forte presenza di erica multiflora e di timus capitatus, due piante con una diversa post-reazione agli incendi.
L’erica multiflora ha la capacità di rigenerarsi con ricacci vegetativi dalla radice superstite all’incendio ma, nonostante questa capacità, il ripetersi del danno a breve distanza di tempo ha avuto come conseguenza la distruzione di gran parte della popolazione.
Per il timo, che si riproduce da seme, la situazione è notevolmente più grave; non avendo la stessa capacità rigenerativa dell’erica, è sufficiente un solo evento incendiario per eliminarne completamente la presenza nel territorio interessato.
Va da se che entrambe le specie sono interessanti per l’apicoltura per l’epoca di fioritura, in autunno l’erica e in estate il timo, e per i tipi di miele che forniscono molto ricercati per le proprietà organolettiche e salutistiche.
Il teucrium è un’altra specie apisticamente molto interessante per l’epoca della fioritura tra la fine dell’inverno e l’inizio di primavera, per la durata della fioritura che si prolunga fino a maggio e per la qualità del miele che le api vi raccolgono.
Teucium fruticans, fiore |
Il teucrium si trova indifferentemente su tutti i versanti del monte Erice, dalla fascia litorale fino alla quota dei cinquecento metri, con un portamento diversificato in funzione dell’esposizione e della disponibilità idrica.
La varietà più diffusa è il Teucrium Fruticans che è anche la più appariscente per il portamento e la vigoria vegetazionale e questo, immagino, è il motivo per cui un altro teucrium, di più modesto aspetto, che vive nello stesso areale, che produce fiori identici tranne che per la dimensione, che è più frugale accontentandosi di siti più disagiati, è passato inosservato.
a destra “Teucrium Nano”, a sinistra Teucrium Fruticans; le due piante hanno la stessa età (due anni) |
Però, il piccolino, si vuole distinguere e ha messo in campo una novità: le sue foglie odorano di rosmarino, insomma vuole passare per un aromatico.
Ed è stata questa sua proprietà che, nel momento in cui raccoglievo dei rametti per farne delle talee, ha stuzzicato la mia curiosità.
Messe a dimora le talee, non solo le nuove piantine si dimostrano per quello che è un’aromatica ma sono anche nane per cui il loro aspetto “misero” non è dovuto a condizioni pedo-climatiche ma probabilmente a proprietà genetiche.
Per risolvere il dubbio, questa primavera (2012), ho cercato la collaborazione di un botanico e mi sono rivolto al prof. Giovan Vito Zizzo, Direttore dell’Unità di ricerca per il recupero e la valorizzazione delle specie floricole mediterranee (CRA-SFM)con sede centrale a BAGHERIA (PA), il quale , con prontezza, ha avviato i lavori per una qualificata classificazione.
Ancora non mi sono stati comunicati dei risultati ma resto in fiduciosa attesa.
Complimenti per le acute osservazioni e per l'interesse verso l'ambiente in cui opera, cosa che ogni bravo apicoltore dovrebbe avere a cuore!
RispondiEliminaCordiali saluti
Marco Moretti