venerdì 22 aprile 2011

Apicoltura casistica : Controllo Sciamatura, secondo esempio

All’inizio della nuova annata apistica l’apicoltore spera di poter contare su una fioritura lenta e continua, che stimoli la deposizione, così da potere arrivare alla prima fioritura con alveari fortemente popolati; venendo meno queste condizioni naturali iniziali egli si adopera ad alimentare con candito i suoi alveari.
Se non ha avuto ancora il tempo di sostituire le vecchie regine, per motivi vari, queste cominceranno a dare segnali di sciamatura in prossimità della fioritura produttiva, il momento è molto delicato, si rischia di perdere la prima produzione della stagione.
Partiamo da due considerazioni:
primo, gran parte dell’importazione viene consumata dalla covata aperta
secondo, in mancanza di covata aperta nessun alveare sciamerà.
Per potere sfruttare vantaggiosamente questi due comportamenti basterà, ai primi sintomi di sciamatura, ingabbiare la regina in una gabbietta da trasporto nuova munita del regolare candito, distruggere tutte le celle reali spontanee una prima volta e poi una seconda volta dopo sei giorni.
L’alveare non avrà nessuna possibilità di sciamare, primo perché la regina è ingabbiata, secondo perché non vi saranno celle reali, terzo perché non ci sarà covata giovane nel caso ci fosse sfuggita una cella reale.
Tutta l’importazione andrà al melario e si avrà il tempo di sostituire agevolmente la vecchia regina con una giovane.
Ogni medaglia ha il suo rovescio, in questo caso il lato negativo è rappresentato dalla futura mancata nascita di api per un tempo equivalente al blocco di covata che si è operato.
Ciascuno faccia le se scelte, però è meglio avere uno strumento in più che uno in meno (massima Lapalissiana).

rododendro











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