In campo scientifico c’è, tra gli altri, un efficace metodo per mettere alla prova la validità di una teoria o il funzionamento di un sistema, il metodo consiste nell’esecuzione ripetuta di test in condizioni estreme “stress test”, per verificare la corrispondenza del reale comportamento con l’ipotesi teorica.
Il rapporto tra variazioni climatiche e apicoltura è mediato dal comportamento delle piante la cui vita è sicuramente influenzata dal clima ma è anche
regolata da processi fisiologici propri che vengono attivati dalla durata delle ore di luce che a loro volta dipendono dai cicli astronomici, finora ritenuti immutabili.
Nel recente periodo autunno-inverno abbiamo avuto l’opportunità di seguire uno “stress test” in pieno campo, offertoci gratuitamente dal particolare andamento climatico.
La costanza dei cicli astronomici e la conseguente attività fisiologica delle piante può diventare un punto di riferimento per la misura indiretta delle variazioni climatiche e delle loro conseguenze sull’apicoltura.
Un esempio ci viene dall’osservazione del comportamento delle piante di mandorlo durante il periodo autunno 2014 inverno 2015, ancora in corso alla data odierna (10 marzo 2015).
Da precisare che siamo alle falde del monte Erice versante Sud, Sicilia occidentale provincia di Trapani.
Ovviamente queste osservazioni non possono avere una validità generale e quindi assumere valore di teoria ma sono la testimonianza di una tendenza anno dopo anno sempre più evidente.
Fino alla fine di dicembre le temperature, al di sopra delle medie stagionali, hanno sostenuto l’attività fisiologica dei mandorli i quali hanno mantenuto il fogliame fino ala fine dell’anno.
L’improvviso abbassamento della temperatura, verificatasi in gennaio, ha determinato la pausa vegetativa; secondo gli annali invece è proprio nella prima metà di gennaio che le varietà di mandorlo più precoci iniziano a fiorire, mentre la fioritura delle altre varietà si colloca tipicamente nella prima settimana di febbraio.
Le basse temperature, le continue piogge, le frequenti grandinate e qualche nevicata anche a bassa quota hanno, di fatto, causato un arresto temporaneo delle fioriture.
Però la forza pulsante, rappresentata dalla durata del giorno e quindi delle ore di luce non è mancata così che, non appena si è avuto un inaspettato aumento della temperatura, durato appena tre giorni, tra l'11 e il 13 di febbraio, abbiamo assistito all’esplosone della fioritura completa di tutte le piante di mandorlo precoci e non.
vecchio mandorlo di solito a fiortura precce; fiorito a metà febbraio |
Trascorso questo brevissimo intervallo, Vedi tabella e grafici
Temperature mese di febbraio 2015: rosso= minoma; blu= media; verde=massima. |
il ritorno alle basse temperature ha mantenuto in vita la fioritura che ha continuato il suo ciclo invecchiando senza che le api ne abbiano potuto approfittare; all'aumentare della temperatura (vedi tabella seguente) si ha un rapido decadimento della fioritura che, anche a bassa temperatura , ha concluso il suo ciclo.
prima settimana di marzo ; mandorlo sfiorito |
Di tutto questo le api non hanno avuto percezione, eccettuati quei tre giorni di febbraio, mentre in questi giorni della seconda settimana di marzo stanno approfittando della, immancabilmente brevissima, coda della fioritura di qualche pianta tardiva.
fioritura tardiva; seconda settimana di marzo |
Ancora una volta è confermata la difformità climatica rispetto allo storico, inoltre l’osservazione puntuale ci conferma che è venuta a mancare la corrispondenza tra la stagione climatica e la stagione astronomica.
Nessun commento:
Posta un commento