mercoledì 13 febbraio 2013

Perché dobbiamo metterci alla prova

L’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande che convivono nell’universo sono regolati tutti dalle stesse leggi fondamentali, la legge di conservazione della massa, la legge di conservazione dell’energia, l’entropia.
Mentre le prime due mantengono costante nella totalità dell’universo il patrimonio di massa e di energia  la terza rappresenta, il rischio, l’innovazione, la trasgressione, la creatività; tutte


operazioni che l’universo mette in campo per assicurarsi un’esistenza futura. In termini puramente statistici è molto probabile che l’ossigeno che in questo momento stiamo utilizzando per respirare sia lo stesso identico di quello respirato almeno una volta nella sua vita da Giulio Cesare, e prima di lui da un australopiteco e prima di lui da un dinosauro e prima di lui da…… in un circolo infinito che mantiene costante la quantità di materia circolante nell’universo. E cosi per l’energia, i bolidi di formla1 che schizzano come fulmini per il nostro diletto stanno usando un’energia che prima era una minuscola massa chiamata elettrone che si è trasformata in luce all’interno del sole che è diventata pianta sulla terra, che si è trasformata in animale il cui cadavere è diventato combustibile che , tramite il motore, è diventato velocità. Potendo fare tutte le somme comprese le inevitabili dispersioni sotto forma di calore troviamo esattamente la stessa quantità di energia iniziale. Cosa diversa è l’entropia, la molla che mette in moto tutte le trasformazioni che avvengono nell’universo. Ciascuno di noi ci tiene ad avere dei discendenti ebbene, anche se non ce ne rendiamo conto, siamo un’applicazione dell’entropia. Ma che cosa è l’entropia, è la polizza assicurativa per un’esistenza futura quale che essa sia e vale per un sasso, destinato a vivere per milioni di anni, come per una zanzara che vive, se le va bene, per qualche mese. Se consideriamo dei gessetti in una scatola completamente piena è facile constatare che c’è una sola possibilità nella disposizione dei gessetti, tutti dritti attaccati l’uno all’altro; se adesso consideriamo la stessa scatola con la metà dei gessetti, questi li possiamo disporre in molti modi senza modificare il totale del contenuto cioè una scatola semi vuota può presentarsi con diversi aspetti ognuno dei quali corrisponde ad una diversa posizione dei gessetti allora, estrapolando il concetto, possiamo affermare che una scatola piena ha una sola possibilità di esistere mentre una scatola semi vuota ha molte più possibilità di esistere o se volete di rappresentarsi. Ebbene la scatola con meno gessetti ha il maggior grado di entropia in quanto i gessetti hanno un maggiore grado di libertà pur continuando a mantenere la loro identità. 


Possiamo quindi anche pensare all’entropia come alla misura del disordine inteso non come confusione ma come distribuzione nel tempo e nello spazio degli elementi di un sistema inizialmente rigidamente ordinato. 


Non vi ricorda l’espansione spontanea dell’universo? 
Il traffico di Roma o di Milano? 
Il volo delle rondini a primavera? 
La sciamatura delle vostre api? 
E perché tutto questo avviene? 


Perché accrescendo la distribuzione nel tempo e nello spazio si accresce la probabilità o, se volete, la possibilità di esistenza presente e futura.


Allora le affermazioni sciocche : 
- la vita è per la vita,
- il presente è l’antipasto del futuro,  
adesso, magari, non sembrano più tanto sciocche.
Evoluzione, sperimentazione, creatività, procreazione tutte manifestazioni dell’entropia che silenziosamente e pervicacemente agisce in continuo all’insaputa di tutti e di tutto.
Allora noi, formichine ribelli in quanto intelligenti e consapevoli, in un universo inconsapevole, ci possiamo arrogare il diritto di sovvertire l’ordine delle cose?
Ciascuno se la veda con il suo coraggio.
Tutti quelli che blaterano senza fare, che criticano senza proporre, non possono avere un futuro è l’entropia universale che lo decide.




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