Da quando ci siamo liberati dall’incubo varroa siamo rinati a nuova vita. Torniamo non solo a produrre qualità con tranquillità ma, cosa più interessante, torniamo a giocare con le api. Ci siamo riappropriati del tempo, di tutto quel tempo sprecato a calibrare interventi di risanamento e a conciliare la salvezza delle api con l’esigenza della produzione e con la protezione della salute dei consumatori. La chiave di tutto questo? Lo SpazioMussi!
L’apicoltura è un’arte e l’apicoltore è un artigiano o un artista?
L’inventore della tecnica di conduzione a “grattacielo”, padre M. Dugat si definiva pastore di api, forse in assonanza con la sua principale occupazione di pastore di anime.
Il rapporto ape–apicoltore è di nuovo cambiato, questa volta in positivo, siamo ritornati ad un’antica armonia ad una relazione collaborativa di reciproca soddisfazione.
In queste condizioni di massima tranquillità si può tornare a giocare un poco, nel rispetto delle esigenze delle api, agendo sulle tecniche di conduzione.
parte di un apiario a Spazio Mussi in produzione |
Ma, siamo sicuri che le api sono d’accordo?
Negare l’evidenza è piuttosto difficile, sono sparite tutte quelle strane patologie che non si sapeva in concreto come fronteggiare, i ritmi delle sciamature sono rientrati nelle regole biologiche che conosciamo da tantissimi decenni, il livello produttivo è soddisfacente anche rispetto alle sempre più incerte condizioni clinmatiche.
Insomma, per chi sa leggere i segnali che le api lanciano, tutto è tornato prevedibile e programmabile e nessuno può negare che la programmazione è il segreto del successo in apicoltura.
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