domenica 5 dicembre 2010

Apicoltura SpazioMussi ©: istruzioni pratiche

Innanzi tutto voglio chiarire quali sono le azioni che regolano il micro clima all’interno dell’aveare: - produrre/smaltire il calore, – eliminare umidità e anidride carbonica, - rifornirsi di ossigeno.
Tutto questo le api lo fanno: - facendo vibrare i muscoli del torace, - occupando fisicamente lo spazio disponibile, - ventilando.
Occupare fisicamente con il corpo lo spazio disponibile, evita i movimenti convettivi spontanei all’interno dell’arnia, sia dei fluidi (gas) che del calore per cui sono le api con le loro azioni a regolare il clima.
La modifica più importante generata dallo spazio Mussi è l’aumento dello spazio interfavo che passa da 38,5 mm a 45 mm mentre la distanza tra le facciate dei favi adiacenti passa da 13,5 mm a 20 mm, all’incirca un terzo in più. Per mantenere il controllo del clima all’interno dell’arnia occorre riempire questo spazio per cui occorrono più api, circa il 30% in più.
In un primo momento, all’atto del travaso, per recuperare queste api occorre restringere lo spazio totale riducendo di un terzo il numero dei favi.
Il travaso va eseguito in primavera, quando la popolazione è in crescita e nell’alveare ci sono sufficienti api ceraiole per accrescere lo spessore dei favi nella porzione superiore, area delle scorte, per portarlo alla misura “spazio d’ape” di 8 mm circa. Premesso che nella fase di invernamento si è centrata la famiglia rispetto alle scorte, eliminando i favi non occupati dalle api e delimitando lo spazio con un diaframma mobile; effettuare il travaso quando: - le api ricoprono completamente la facciata interna del diaframma mobile, - le ceraiole sono in azione e possono allungare le celle della zona scorte.
Dopo il travaso: - non dare altro spazio (favi costruiti o fogli cerei) se non prima che la popolazione sia cresciuta fino a ricoprire nuovamente la superficie interna del diaframma mobile. - dare il melario quando la famiglia è su sette favi, centrandola tra due diaframmi mobili, - dare i favi costruiti o i fogli cerei sempre nella posizione ultima o penultima (a destra di chi guarda da dietro).
Questa ultima operazione si può fare i due modi: o scorrendo di un posto verso sinistra tutti i favi oppure spostando da destra verso sinistra l’ultimo telaino di covata che diventerà il primo di covata a sinistra di fianco alle scorte.
Come vedete non ho parlato di varroa, quello non è compito dell’apicoltore.

8 commenti:

  1. Chiarissimo, grazie. Consigli di acquistare i distanziatori oppure si fare le cose a occhio.

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  2. La prima volta ho fatto brutalmente una divisione a 45 mm, delimitando lo spazio per le orecchiette dei favi con delle spille e completando con un diaframma mobile, successivamente ho comprato i distanziatori che sono indispensabili per il nomadismo.

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  3. salve
    a primavera proverò a convertire alcune arnie con spazio mussi.
    ho letto in rete eperienze negative, più che per l'efficacia contro la varroa, ma nei confronti delle difficolta tecniche di getione a causa dei ponti di cera che si vengono a creare.
    può darmi delucidazioni in merito??

    altra curiosità: che tipologia di arnie sono quelle che vedo in foto con apertura in alto????????
    grazie

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  4. La tendenza alla costruzione dei ponti di cera non è uguale per tutte le famiglie in allevamento, e questo è un fatto risaputo ed un comportamento oggetto anche di selezione.
    Le arnie sono delle normali arnie standard senza portichetto.
    Per quanto riguarda gli ingressi posizionati in alto, la scelta deriva da semplici considerazioni:
    - il calore tende spontaneamente ad andare in alto
    - le api accumulano le scorte in preferenza al di sopra della covata, questo permette al glomere invernale di non perdere il contatto con le provviste
    - durante i periodi più freddi (primavera ed autunno) le api hanno una più rapida percezione della temperatura esterna anticipando l'uscita per il raccolto
    - il fondo di rete, tiene pulito il fondo dell'arnia e rende superflua la porta inferiore
    - la posizione decentrata (verso destra) induce il glomere a spostarsi nel lato più caldo dell'arnia e più vicino alle scorte di miele e polline
    - l'erba che cresce davanti alle arnie impiega più tempo ad ostacolare il volo delle api, permette all'apicoltore un leggero ritardo nell'azione di pulizia del terreno davanti alle postazioni

    Nelle località in cui nevica, non è consigliabile questo ingresso nel periodo invernale; le api nelle giornate soleggiate, a causa del riverbero luminoso sulla neve si ingannano, escono anche con temperature basse e non fanno più ritorno all'alveare.

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  5. grazie per l'esauriente risposta. proverò sicuramente in primavera.
    ulteriore curiosità delle tue arnie: nei periodi di massima importazione, l'ngresso non è troppo piccolo?????????????

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  6. No! Non è troppo piccolo, ce lo dice l'esperienza pratica.
    In oltre trenta anni di attività ho visto molti sciami sfuggiti, alloggiati nei ricoveri più impensati e tutti con ingressi molto piccoli. Anche sciami poderosi, che occupavano l'intero vano di una finestra, con favi alti più di un metro e tutti con ingressi di pochi centimetri.

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  7. tale ingresso alto si può applicare in una arnia Dadant o Langstrof???

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  8. Salve, quanto deve essere grande il terreno su cui praticare l apicoltura? Non a scopo hobbystico

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