giovedì 1 novembre 2012

Apicoltura per sapere: ovvero il garzone di Occam


Ormai tutti sanno, tranne quelli che fanno finta di non sapere, che lo SpazioMussi©, applicato fin dal 2004 funziona perfettamente come metodo di controllo della varroa. Corre già il settimo anno di applicazione continua dello SpazioMussi©, su centinaia di alveari senza problemi; i vantaggi sono notevoli e riguardano i diversi aspetti dell’attività di apicoltura mortificata dalla necessità di trattare gli alveari con 
prodotti acaricidi ai quali anche le api sono sensibili. Vale sempre il motto “ quello che uccide la varroa ferisce il tuo miele ” a cui si può aggiungere  “ ..e le tue api ”.
Trattare con prodotti acaricidi significa:
  • -       inquinare l’ambiente alveare ed i suoi prodotti
  • -       indebolire le api
  • -       lavorare di più
  • -       spendere di più

La domanda è sempre la stessa : cui prodest ? A chi giova?
La risposta è semplice, a nessuno degli apicoltori.
Queste pratiche rozze sono state purtroppo indispensabili nella preistoria della lotta alla varroa quando tutti vagavamo ciechi ed ignoranti in un mondo sconosciuto.
Il titolo di questo brano mi è stato suggerito da una citazione di Francesco Bortot – Il Rasoio di Occam – inserita in un articolo pubblicato sul mensile Apimondia italia. Il Rasoio di Occam lo possiamo definire come il principio fondante di quello che oggi, semplicisticamente, chiamiamo “ il  metodo scientifico”. Ora ho l’occasione di adoperarlo per radere un poco di ignoranza e scoprire un lembo di verità sul controllo della varroa.
A partire dal 1990 con l’applicazione del metodo Campero  e la successiva accoppiata con l’acido ossalico, spruzzato o sgocciolato, si è ridotto moltissimo, quasi a zero, l’inquinamento dell’ambiente alveare  essendo sufficiente, per il controllo della varroa, l’applicazione del metodo Campero in primavera, fino a poco prima prima della posa dei melari, ed un solo intervento chimico in autunno con acido ossalico. La necessità di trovare un metodo di lotta o controllo della varroa che fosse poco inquinante, efficace e semplice da gestire ha portato all’invenzione di diversi procedimenti che però non potevano prescindere da un trattamento chimico finale un esempio per tutti è il blocco di covata.
A Michele Campero dobbiamo riconoscere il primato di avere sperimentato una possibile via, del tutto naturale, per il controllo del parassita varroa.

Apiario Bonaventura :telaino Campero in ciclo

Ma è Francesco Mussi che ci ha dato un metodo risolutivo ed assolutamente naturale nel controllo della varroa; posso compatire gli increduli, non posso fare a meno di biasimare i miscredenti e gli ignoranti che non sono quelli che non sanno ma quelli che non vogliono sapere. Adesso c’è una novità.
In mezzo alle centinaia di alveari a SpazioMussi© ce n’è rimasto uno, il calimero della situazione, che, per dimenticanza o distrazione, è rimasto con i distanziatori Dadant ebbene, lasciato così per pura curiosità,  anche questo alveare non soffre per la varroa; viene condotto come quelli a SpazioMussi© e si sviluppa e produce normalmente. Fino ad oggi mi sono fatto scrupolo di pubblicare questo fatto ma, adesso ho una conferma che mi viene da un altro apicoltore, Vincenzo Bonaventura che non ha ancora completato la trasformazione del suo apiario da spazio Dadant a SpazioMussi©, per cui nella stessa postazione convivono i due tipi di alveari. Gli alveari con distanziatori Dadant sono trattati con il telaino Campero; in questi giorni, analizzando la prima covata maschile opercolata asportata, egli vi trova solo qualche rara varroa

la freccia indica l'unica varroa presente in tante celle di covata maschile


contrariamente agli anni precedenti quando, per ogni celletta di covata maschile, si trovavano tre o quattro varroe. 

ancora una sola varroa in altra porziine di covata maschile

Le due esperienze ci dicono che i distanziatori a SpazioMussi© hanno l’effetto di abbassare il livello del parassita varroa non solo negli alveari in cui sono adottati ma, anche negli altri alveari dello stesso apiario.
Adesso che sapete non fate gli ignoranti, datevi una sbarbata.

scritto il 30/03/2011
Vincenzo Stampa




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