mercoledì 29 gennaio 2014

Apicoltura nella nebbia : poveri si, ma imbecilli perché?


Oh catanisi, unni semu junti,

'ntra quali scaccu mattu semu misi!...

La fami cca si cogghi junti junti

e priparanu festi pri li 'ngrisi!...

Chi festi e festi! Chisti sunnu cunti

ca fôru mali fatti, sunnu 'mprisi

di pazzi: Senza corda, 'ntra lu munti,


non si va a ligna... e non si mori 'mpisi!...

Li 'ngrisi sunnu lordi, e su' riccuni,

ca li stirlini l'ánnu a panza china

e li vannu jttannu 'gnuni, 'gnuni;

mentri ca nui, pulìti, ôcche stirlina...

sulu l'avemu misa pri spilluni,

o pri battagghiu, appisa a la catina!...
Nino Martoglio

 Vogliamo veramente parlare di rilancio dell’economia legata alla produzione e commercio del miele Siciliano?
Ebbene, non ripeschiamo cadaveri!
Tutto ciò che è stato giudicato dannoso anni or sono, continua ad esserlo ancora di più oggi.
Che incidenza hanno gli apicoltori siciliani sul mercato interno?
Molto marginale.
Nel 2011, durante una campagna di campionamento di miele, realizzata dalla FAI a scopo di controllo qualità, direttamente sui punti vendita e in tutte le province siciliane, sono stati trovati e raccolti soltanto 48 campioni  di altrettante aziende che risultano prodotti e confezionati in Sicilia a fronte di 450 aziende apistiche censite. Il che significa all’incirca il 10,5% dei produttori i quali da una statistica basata sui dati del censimento regionale (fonte Assessorato Regionale) si ritrovano ad avere una media ponderata di 185 alveari per apicoltore.
Se guardiamo la totalità del miele presente sugli scaffali della GDO, circa il 70% del miele proposto o non è di origine siciliana o è dichiarato siciliano ma confezionato in altre regioni.
Tradotto per il volgo tutto questo significa che economicamente non contiamo una mazza anzi, contiamo quanto il due di mazze quando la briscola è a denari.
Veramente qualcuno può pensare che un eventuale IGP Sicilia per il miele siciliano può migliorare la situazione economica de produttori siciliani?
L’ipotetico IGP Sicilia darebbe una ulteriore patente di originalità a quelle aziende nazionali che da sempre comprano in Sicilia miele sfuso lo confezionano, in sedi al di fuori del territorio Siciliano e lo commercializzano in Sicilia, i produttori siciliani perderanno ancora di più quel valore aggiunto che deriva dalla commercializzazione del prodotto.
Poiché criticare è facile ma  proporre è più difficile, ecco una proposta alternativa.
Diamo a tutti i produttori di qualsiasi dimensione aziendale, la possibilità di confezionare e vendere direttamente il proprio miele.
Immaginate la potenza della dicitura in etichetta “invasettato dall’apicoltore” ?
Andiamo incontro al consumatore che sempre di più è alla ricerca della qualità garantita, e quale maggiore garanzia si può dare oltre a esporsi di persona?
Tanti piccoli, dinamici e motivati produttori hanno, nel piccolo e medio raggio territoriale, molte possibilità di concorrere con i grandi confezionatori. Parliamo di basso costo di distribuzione, nessuna intermediazione, percezione diretta dell’andamento di mercato.
Chi non vuole tutto questo e si adopera per ostacolarlo, agisce contro gli interessi degli apicoltori, dei consumatori e dell’economia della regione.



Nessun commento:

Posta un commento